Comprendere la celiachia attraverso modelli organoidi: il ruolo dell'IL-7

La celiachia è una malattia autoimmune in cui l'ingestione di glutine, una proteina presente nel grano, nell'orzo e nella segale, provoca danni all'intestino tenue. La condizione è caratterizzata da una risposta immunitaria che colpisce e distrugge il rivestimento mucoso dell'intestino tenue, causando sintomi come gonfiore, diarrea, stitichezza, nausea e gas. L'unico trattamento efficace attualmente disponibile è l'aderenza a vita a una dieta rigorosamente senza glutine. I metodi tradizionali per studiare la celiachia includono l'uso di tessuto intestinale biopsiato, che presenta limitazioni in termini di longevità e complessità, o modelli animali che non replicano completamente la condizione umana.

Creazione di organoidi per la malattia celiaca

I ricercatori della Stanford Medicine hanno sviluppato un nuovo approccio utilizzando gli organoidi per modellare la celiachia. Gli organoidi sono colture cellulari tridimensionali che imitano la struttura e la funzione di organi reali. In questo studio, gli organoidi sono stati creati dal tessuto intestinale di individui affetti da celiachia. Questi organoidi includono più tipi di cellule, come cellule epiteliali, cellule immunitarie e cellule del rivestimento dell'intestino. Questa diversità consente agli organoidi di riprodurre fedelmente le interazioni tra diversi tipi di cellule osservate nei pazienti affetti da celiachia.

Il ruolo dell'IL7 nella malattia celiaca


Lo studio ha rivelato che l'interleuchina7 (IL7), una molecola precedentemente implicata in malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide e la sclerosi multipla, svolge un ruolo significativo nella celiachia. Quando il glutine è stato introdotto negli organoidi derivati ​​da pazienti celiaci, i ricercatori hanno osservato un aumento dei livelli di IL7, che era associato all'attivazione immunitaria e alla distruzione delle cellule epiteliali. Il blocco dell'attività di IL7 ha prevenuto questo danno, suggerendo che IL7 è un mediatore critico della risposta immunitaria al glutine nella celiachia.

Risultati e implicazioni

I ricercatori hanno scoperto che gli organoidi di pazienti celiaci, quando esposti al glutine, mostravano un aumento di IL15 e la proliferazione di cellule T CD4, che riconoscono il glutine, e di cellule B, che producono anticorpi alla transglutaminasi di tipo 2 (TG2). Questa cascata di risposte immunitarie ha portato all'attivazione di cellule T CD8 che attaccano e uccidono le cellule epiteliali. Il blocco dell'attività di IL7 in questi organoidi ha arrestato la distruzione epiteliale, indicando che IL7 è un fattore cruciale nel meccanismo della malattia. Inoltre, lo studio ha mostrato che i livelli di IL7 erano elevati nei campioni di biopsia di individui con celiachia attiva ma non in quelli in remissione con una dieta senza glutine.

Importanza per i pazienti affetti da celiachia

L'uso di organoidi fornisce un nuovo potente strumento per comprendere la celiachia a livello cellulare. Questi modelli consentono ai ricercatori di studiare la malattia in modi che prima non erano possibili, offrendo approfondimenti sulle interazioni tra diversi tipi di cellule e sui meccanismi molecolari che guidano la risposta immunitaria al glutine. L'identificazione di IL7 come un attore chiave nella celiachia apre nuove strade per potenziali interventi terapeutici. Prendendo di mira IL7, potrebbe essere possibile sviluppare trattamenti che mitigano la risposta immunitaria al glutine e prevengono il danno intestinale caratteristico della celiachia.

In conclusione, questo studio rappresenta un significativo progresso nella comprensione della celiachia. La capacità di modellare la malattia utilizzando organoidi fornisce una piattaforma per lo sviluppo di nuovi farmaci e trattamenti personalizzati. La scoperta del ruolo dell'IL7 nel processo della malattia potrebbe portare a terapie innovative che migliorano la qualità della vita delle persone affette da celiachia. I risultati sottolineano l'importanza della ricerca continua e il potenziale dei modelli organoidi per trasformare il nostro approccio allo studio e al trattamento dei disturbi autoimmuni.

Per saperne di più: nature.com