L’indagine, che ha coinvolto 1.500 americani di età compresa tra 18 e 89 anni, ha rilevato che quasi il 40% di tutti i partecipanti aveva iniziato a consumare più cereali integrali negli ultimi cinque anni, con il 61% che sceglieva cereali integrali almeno la metà delle volte. In particolare, quasi il 75% delle persone che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati preferisce regolarmente i cereali integrali. Quasi tre intervistati su quattro ritengono che dovrebbero consumare più cereali integrali per motivi di salute, con le ragioni del gusto al secondo posto con circa il 40%.
Per quanto riguarda i cibi integrali preferiti, il 34% ha scelto il pane, seguito dai fiocchi d'avena al 24% e dai popcorn al 19%. La colazione è stato il pasto più popolare per il consumo di cereali integrali, con quasi la metà degli intervistati che la consuma, seguita dalla cena (30%), dal pranzo (28%) e dagli spuntini (22%).
Gli intervistati hanno mostrato fiducia nel timbro Whole Grain presente sui prodotti, con l'85% che ha espresso fiducia in esso e l'83% che ha affermato che sarebbe più propenso ad acquistare un prodotto con il timbro, un aumento rispetto al 78% nel 2021.
Alla domanda sulle strategie per incoraggiare un maggiore consumo di cereali integrali, quasi il 60% ha risposto riducendo i costi, mentre quasi altrettanti hanno risposto aumentando la varietà e la disponibilità nei supermercati e fornendo una maggiore istruzione sui benefici dei cereali integrali.
L’inflazione ha avuto un ruolo nelle decisioni dei consumatori, con oltre la metà che cita il prezzo dei prodotti come un fattore importante, in aumento rispetto al 47% nel 2021. Il costo ha rappresentato un ostacolo significativo al consumo di cereali integrali per oltre un terzo dei consumatori della generazione Z, quasi 30 % dei millennial, poco meno del 30% della generazione X, quasi il 20% dei baby boomer e quasi il 15% della generazione silenziosa.
L’indagine ha inoltre esplorato la consapevolezza del glutine, dei grani antichi e della sostenibilità. Meno del 10% degli intervistati potrebbe definire correttamente il glutine come una proteina presente nel grano, nell’orzo e nella segale, che aiuta l’impasto del pane ad allungarsi e a lievitare. Tra coloro che definiscono correttamente il glutine, il 71% sceglie regolarmente i cereali integrali.
Nel 2023, quasi il 70% degli intervistati ha riferito di non evitare il glutine, rispetto ai due terzi del 2021, con solo il 5% che ha sempre evitato il glutine, in calo rispetto all’8% nel 2021. Circa l’1% degli intervistati nel 2023 ha citato una diagnosi medica come motivo per evitando il glutine.
Il cereale antico più riconosciuto è la quinoa, con il 70%, seguita dal grano saraceno, con il 60%. Rispetto al 2021, quasi due su cinque avevano sentito parlare di miglio, mentre di più avevano sentito parlare di amaranto e teff. Nel frattempo, meno del 10% degli intervistati nel 2023 aveva familiarità con kamut, freekeh, triticale e fonio.
È interessante notare che un millennial su quattro ha indicato di scegliere i cereali integrali per i benefici della sostenibilità, rispetto a solo il 14% tra la Gen Z, la Gen X, i baby boomer e la Generazione silenziosa.
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