I ricercatori sono variamente affiliati al Centro di Neuroendocrinologia e al Dipartimento di Fisiologia della Scuola di Scienze Biomediche dell'Università di Otago a Dunedin, in Nuova Zelanda; il Centro di Neuroendocrinologia e Dipartimento di Anatomia presso la Scuola di Scienze Biomediche dell'Università di Otago a Dunedin, in Nuova Zelanda, e il Centro Maurice Wilkins per la biodiscovery molecolare ad Auckland, in Nuova Zelanda.
Il glutine si trova comunemente nel grano, nella segale e nell'orzo ed è un importante componente alimentare in molti paesi occidentali. Il glutine è stato collegato all’aumento di peso e all’infiammazione periferica nei topi. Questa ricerca mirava a comprenderne l'impatto sull'infiammazione centrale, in particolare in relazione all'obesità indotta dalla dieta.
Lo studio ha osservato che l’aggiunta di glutine a una dieta a basso contenuto di grassi non ha avuto alcun effetto evidente, ma i topi maschi nutriti con una dieta ricca di grassi arricchita con glutine hanno mostrato un aumento della massa corporea e dell’adiposità rispetto a quelli che seguivano una dieta ricca di grassi senza glutine. Inoltre, quando il glutine è stato introdotto nella dieta a basso contenuto di grassi, ha portato a livelli più elevati di proteina Creactive circolante.
È interessante notare che non faceva alcuna differenza se il glutine veniva aggiunto a una dieta a basso contenuto di grassi o ad una dieta ad alto contenuto di grassi. In ogni caso, ha innescato un aumento significativo del numero di microglia e astrociti nel nucleo arcuato dell’ipotalamo.
Questi cambiamenti sono stati identificati utilizzando marcatori specifici mediante immunoistochimica. Anche con una dieta a basso contenuto di grassi, il glutine sembrava replicare gli effetti immunogenici osservati con una dieta ad alto contenuto di grassi, e la sua inclusione in quest’ultima ha portato ad un ulteriore aumento del numero di cellule immunitarie reattive.
Nel complesso, i risultati hanno suggerito che il glutine aveva un effetto obesogeno moderato, se somministrato a topi esposti a una dieta ricca di grassi.
Inoltre, lo studio ha riferito che il glutine innesca la presenza di astrociti e microglia nell’ipotalamo, indicando una potenziale lesione all’ipotalamo nei roditori. I topi vengono utilizzati negli studi per modellare il rischio di malattie umane dovute a somiglianze genetiche, consentendo ai ricercatori di indagare su potenziali fattori e sviluppare trattamenti in ambienti controllati ed eticamente gestibili.
Questa ricerca contribuisce a comprendere la complessa relazione tra componenti alimentari, come il glutine, e infiammazione cerebrale correlata all’obesità. Offre inoltre alcune interessanti aree di ulteriore indagine di ricerca sulla risposta del cervello al glutine sia nei topi che negli esseri umani.
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