Il gruppo di ricerca comprendeva V. Bruzzese; C.Marrese; P.Scolieri; e J. Pepe. Sono a vario titolo afferenti al Dipartimento di Medicina Interna e Reumatologia, POS SpiritoNuovo Ospedale Regina Margherita, Roma, Italia; e il Dipartimento di Malattie Cliniche, Interne, Anestesiologiche e Cardiovascolari, Università di Roma La Sapienza, Italia. Il loro studio mirava a comprendere l’impatto dei cambiamenti nella dieta, in particolare una dieta priva di glutine, sui sintomi della fibromialgia nelle donne in postmenopausa.
Lo studio ha esaminato venti donne in postmenopausa affette da fibromialgia. È importante sottolineare che nessuna di queste donne soffriva di celiachia, una nota condizione correlata al glutine.
Lo studio ha seguito un approccio unico. I partecipanti sono stati inizialmente sottoposti a una dieta priva di glutine per sei mesi. Durante questo periodo, i loro livelli di dolore sono stati misurati utilizzando l’indice del dolore diffuso e i punteggi della scala di gravità dei sintomi. I risultati sono stati promettenti, con una riduzione significativa dell’indice del dolore diffuso e dei punteggi della scala di gravità dei sintomi. L’indice del dolore diffuso è diminuito di circa il 24% e la scala di gravità dei sintomi è diminuita di circa il 36% dopo sei mesi di dieta priva di glutine.
Ciò che però distingue questo studio sono le fasi successive. Dopo sei mesi di alimentazione senza glutine, i partecipanti sono stati sottoposti a una dieta regolare contenente glutine per tre mesi. Durante questo periodo, i loro livelli di dolore sono aumentati in modo significativo, con un aumento del 74% nella scala di gravità e un aumento del 21% nell’indice del dolore diffuso.
La parte più intrigante è la fase finale: una rivisitazione della dieta senza glutine. Quando i partecipanti sono tornati a una dieta priva di glutine dopo i tre mesi di consumo di glutine, i loro livelli di dolore sono migliorati nuovamente in modo significativo. I punteggi WPI e SS sono tornati a livelli simili alla fase iniziale della dieta priva di glutine, con una diminuzione del 24% nell’indice del dolore diffuso e una diminuzione del 36% nella scala di gravità.
I risultati suggeriscono che una dieta priva di glutine può effettivamente aiutare ad alleviare i sintomi della fibromialgia. Questo studio è significativo perché fornisce la prova che una dieta priva di glutine può portare a un miglioramento dei sintomi della fibromialgia, misurati attraverso la riduzione dei punteggi del dolore. Inoltre, lo studio ha rafforzato questi risultati attraverso una fase di rechallenge, in cui i partecipanti sono tornati alla dieta priva di glutine dopo un periodo di consumo di glutine.
È importante sottolineare che questo studio ha coinvolto donne in postmenopausa con fibromialgia che non avevano la malattia celiaca. Gli effetti della dieta sui sintomi della fibromialgia potrebbero non essere gli stessi per tutti, compresi i celiaci, quindi sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi sottostanti. Tuttavia, questi risultati offrono speranza e una potenziale strategia dietetica per le persone con fibromialgia che cercano sollievo dai loro sintomi.
Inoltre, sebbene questa ricerca suggerisca un potenziale beneficio di una dieta priva di glutine per i pazienti con fibromialgia, le risposte individuali ai cambiamenti nella dieta possono variare. Pertanto, chiunque prenda in considerazione interventi dietetici per la gestione della fibromialgia dovrebbe consultare un operatore sanitario o un dietista per creare un piano personalizzato adatto alle proprie esigenze e preferenze specifiche. Inoltre, sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio la relazione tra dieta e fibromialgia e per confermare questi risultati in popolazioni più ampie e diversificate, comprese le persone affette da celiachia.
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