Negli ultimi dieci anni abbiamo promosso energicamente il concetto di prevenzione dell'Alzheimer. La malattia di Alzheimer è devastante, non solo per il paziente, ma anche per le famiglie e i propri cari. E lasciatemi essere sincero: guardare mio padre soccombere all'Alzheimer è stata l'esperienza emotivamente più stimolante della mia vita. Non solo, è servito anche a rafforzare la mia determinazione a fare tutto il possibile per continuare ad aumentare la consapevolezza della scienza che supporta l'idea che le nostre scelte di stile di vita svolgono effettivamente un ruolo importante nel determinare il nostro rischio per questa malattia - una malattia per la quale non vi è alcun trattamento significativo di sorta.
Con questo come sfondo, uno studio è apparso di recente nel prestigioso Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry in cui i ricercatori hanno effettuato un'immersione profonda per determinare se l'Alzheimer è effettivamente prevenibile. Questo studio fondamentale rappresenta chiaramente il tentativo più completo di esplorare gli effetti di varie scelte di vita e le condizioni che creano nello specifico nel contesto del rischio di Alzheimer.
I ricercatori hanno esaminato i dati di due tipi di studi. In primo luogo, hanno valutato quelli che vengono chiamati studi prospettici osservazionali. Si tratta di studi che seguono un gruppo di persone per un periodo di tempo e tentano di identificare le relazioni tra variabili come dieta, esercizio fisico, livello di istruzione e rischio di sviluppare una specifica malattia. Questi ricercatori hanno identificato 243 di questi studi e hanno esaminato i loro risultati nel loro rapporto.
Inoltre, gli autori hanno identificato e riportato 153 studi clinici controllati randomizzati. Questi sono studi in cui le persone sono divise in due o più gruppi con alcuni che ricevono una qualche forma di intervento, come un programma di esercizi, farmaci o vitamine, e vengono confrontati dopo un periodo di tempo con persone simili che non hanno partecipato al intervento.
Tutto sommato, questa revisione ha incluso quasi 45.000 persone e ha prodotto una serie di conclusioni estremamente importanti relative all'aumento del rischio di Alzheimer, tra cui:
Inoltre, hanno riferito che c'erano prove evidenti che la vitamina C sembrava essere associata a un ridotto rischio di Alzheimer. E infine, e soprattutto, i ricercatori hanno messo in guardia contro l'uso dei cosiddetti "farmaci inibitori dell'acetilcolinesterasi". Questi sono farmaci come il donepezil (Aricept®) che vengono commercializzati come "trattamento per l'Alzheimer". C'è una tendenza a prescrivere questi farmaci per il declino cognitivo anche prima che venga fatta la diagnosi di Alzheimer. Ma non solo questi farmaci non offrono alcun beneficio al malato di Alzheimer, questi ricercatori mettono in guardia dal loro uso nelle prime fasi del declino cognitivo affermando che "... non dovrebbero essere usati per la prevenzione del morbo di Alzheimer in individui con deficit cognitivi".
Questo rapporto completo dovrebbe essere considerato come se ci offrisse strategie di potenziamento per permetterci di preservare la salute e la funzione del cervello. Inoltre, fornisce un solido supporto per gli obiettivi e la missione della nostra serie Alzheimer's - The Science of Prevention . In questa serie esploriamo ciascuna di queste strategie presentando un programma completo volto a dare a ciascuno di voi la migliore possibilità di preservare e proteggere il proprio cervello.