La celiachia non è una condizione valida per tutti. Un sottogruppo di adulti manifesta sintomi persistenti, sia gastrointestinali che extraintestinali, la cui origine è spesso sfuggente. Un team di ricercatori ha recentemente condotto uno studio osservazionale per scoprire modelli all’interno di questo diverso panorama di sintomi ed esplorare le loro connessioni con l’aderenza alla dieta priva di glutine, la salute mentale e la qualità della vita.
Il gruppo di ricerca comprendeva Cara Dochat, Niloofar Afari, RoseMarie Satherley, Shayna Coburn e Julia F. McBeth. Sono variamente affiliati al programma di dottorato congiunto in psicologia clinica della San Diego State University/Università della California di San Diego, San Diego, CA, USA; il VA San Diego Healthcare System, San Diego, CA, USA; l'Università della California San Diego, La Jolla, CA, USA; il Dipartimento di Interventi Psicologici, Università del Surrey, Guildford, Regno Unito; il Sistema Sanitario Nazionale dei Bambini, Washington, DC, USA; la Scuola di Medicina e Scienze della Salute della George Washington University, Washington, DC, USA; e la Celiac Disease Foundation, Woodland Hills, CA, USA.
Il loro studio ha incluso 523 adulti statunitensi con malattia celiaca autodichiarata e confermata dalla biopsia. I partecipanti hanno completato volontariamente una serie di questionari che affrontavano vari aspetti della loro condizione:
L'analisi del profilo latente ha identificato quattro distinti profili di sintomi:
È interessante notare che i profili non differivano significativamente in termini di caratteristiche cliniche, aderenza alla dieta priva di glutine o qualità di vita complessiva. Tuttavia, sono emerse distinzioni nelle dimensioni della salute mentale.
I profili 2 e 3 riportavano una sintomatologia moderata, con il profilo 2 che tendeva verso sintomi più extraintestinali e il profilo 3 che mostrava una predominanza di sintomi gastrointestinali, dolore fisico e salute soggettiva inferiore.
Il profilo 3, nonostante il suo carico di sintomi moderato, ha sorprendentemente riportato i sintomi psichiatrici più bassi e la più alta qualità di vita su misure standardizzate.
I risultati dello studio sottolineano la complessità della malattia celiaca, sottolineando che un approccio unico per tutti potrebbe non essere efficace. In particolare, anche un minore carico di sintomi non è sempre correlato a una migliore salute mentale e qualità della vita, suggerendo la necessità di interventi comportamentali sfumati.
La mancanza di differenze di profilo nell’aderenza alla dieta senza glutine implica la necessità di ulteriori valutazioni e interventi dietetici o medici. Mentre ci muoviamo nell’intricato terreno della malattia celiaca, un’assistenza personalizzata e completa emerge come una considerazione chiave, affrontando non solo i sintomi ma anche gli aspetti più ampi della salute mentale e del benessere generale.
Maggiori informazioni in BMC Gastroenterology, volume 24, Numero articolo: 9 (2024)