Un nuovo studio esamina l’accuratezza dell’approccio senza biopsia e con il solo esame del sangue per la diagnosi della malattia celiaca negli adulti

La diagnosi della malattia celiaca comporta in genere un processo in due fasi, che comprende il rilevamento degli anticorpi e l'endoscopia con biopsia duodenale. Tuttavia, prove recenti suggeriscono che livelli elevati di transglutaminasi antitissutale IgA (tTG) possono predire con precisione la malattia celiaca, eliminando potenzialmente la necessità di biopsia. Questo studio mirava a valutare l’accuratezza dell’approccio nobioptico nella diagnosi della malattia celiaca negli adulti.

Metodi Una revisione sistematica e una metaanalisi

Sono state condotte una revisione sistematica e una metaanalisi, inclusi studi che riportavano livelli di IgAtTG ≥ 10 volte il limite superiore della norma (ULN) rispetto a biopsie duodenali in adulti con sospetta malattia celiaca. Sono stati calcolati i rapporti di sensibilità, specificità e probabilità, con valori predittivi positivi determinati tra diversi tassi di prevalenza della malattia.

Risultati I livelli di IgAtTG ≥10×ULN avevano una specificità del 100% e un valore predittivo positivo del 98%


La metaanalisi di 18 studi con oltre 12.000 partecipanti ha indicato che i livelli di IgAtTG ≥10×ULN avevano una specificità del 100% e un valore predittivo positivo del 98% per la malattia celiaca nei pazienti adulti indirizzati alle cure secondarie. Il valore predittivo variava in base alla prevalenza della malattia, con un valore predittivo positivo del 99% con un tasso di prevalenza della malattia del 40%.

Conclusione e discussione

I risultati supportano l’approccio nobiopsy per pazienti adulti selezionati con livelli elevati di IgAtTG e probabilità pre-test di malattia celiaca da moderata ad alta, evitando potenzialmente l’endoscopia e la biopsia invasive. La collaborazione tra assistenza primaria e secondaria è fondamentale per un’implementazione di successo, considerando le preferenze del paziente e i fattori di rischio. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare questo approccio nelle cure primarie e nei casi con bassa probabilità pre-test, nonché il suo rapporto costo-efficacia e le implicazioni normative.

Lo studio fornisce prove solide a favore dell’approccio nobioptico nella diagnosi della malattia celiaca negli adulti, in linea con le linee guida pediatriche. Tuttavia, le preoccupazioni relative alle diagnosi false positive e alla mancata patologia concomitante richiedono un'attenta valutazione del paziente e la standardizzazione del percorso diagnostico. La collaborazione e il processo decisionale condiviso sono fondamentali per un’implementazione di successo, sottolineando la necessità di linee guida cliniche chiare e iniziative educative.

Direzioni future La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sulla valutazione dell'approccio nobioptico nelle cure primarie e nei casi con bassa probabilità pre-test, sulla valutazione delle soglie IgAtTG più basse e sulla considerazione del ruolo dei test di conferma. Inoltre, sono necessari studi sulle preferenze dei pazienti, sul rapporto costo-efficacia e sugli aspetti normativi per determinare la fattibilità e l'impatto dell'approccio nella pratica clinica.

Maggiori informazioni su: gastrojournal.org