Un team di ricercatori ha recentemente deciso di esplorare gli approcci farmacologici emergenti per la malattia celiaca, considerando strategie di induzione della tolleranza, inibizione della transglutaminasi tissutale (TG2), degradazione del glutine e inibizione dell’interleuchina (IL)15.
Il gruppo di ricerca comprendeva Tessa Dieckman, Frits Koning e Gerd Bouma. Sono variamente affiliati al Dipartimento di Gastroenterologia ed Epatologia, Amsterdam UMC, sede del VU Medical Center, AGEM Research Institute, Amsterdam, Paesi Bassi, e al Dipartimento di Immunologia, Leiden University Medical Center, Leiden, Paesi Bassi.
Sebbene una dieta priva di glutine rimanga sicura ed efficace per la maggior parte dei pazienti celiaci, lo studio sottolinea la necessità di nuovi trattamenti che offrano efficacia e sicurezza almeno comparabili, considerando i potenziali costi più elevati associati alle opzioni farmacologiche.
Induzione della tolleranza : le nanoparticelle caricate con estratto di glutine (TAK101) si dimostrano promettenti inducendo tolleranza e diminuendo il danno alla mucosa indotto dal glutine.
Inibizione della TG2 : l'inibizione della TG2 è un'altra via di interesse, che potenzialmente influenza il danno alla mucosa indotto dal glutine. PRV015 (AMG 714) e l'anticorpo antigliadina (AGY) sono sotto esame, dimostrando l'efficacia nel migliorare i sintomi clinici.
Terapia enzimatica : TAK062, una terapia enzimatica, mostra un'efficace degradazione del glutine in vivo, un aspetto cruciale per prevenire le risposte delle cellule T CD4 specifiche del glutine nell'intestino tenue.
Mentre farmaci come gli inibitori TAK101 e TG2 si rivelano promettenti nel ridurre il danno alla mucosa, altri, come PRV015 e AGY, mostrano efficacia nel miglioramento dei sintomi. La terapia enzimatica, rappresentata da TAK062, ha il potenziale per degradare efficacemente il glutine, con applicazioni in aggiunta a una dieta priva di glutine o nella prevenzione dei sintomi dovuti alla contaminazione da glutine.
La revisione sottolinea la diversità delle risposte immunologiche e cliniche tra i pazienti affetti da celiachia a quantità variabili di glutine, rendendo necessarie ulteriori indagini.
In conclusione, la ricerca attiva su nuove modalità di trattamento della malattia celiaca è promettente per le esigenze insoddisfatte dei pazienti. Tuttavia, prima che questi trattamenti possano essere integrati nella cura standard della celiachia, è necessario affrontare le questioni relative all’efficacia e agli endpoint di sicurezza. Fino ad allora, la dieta priva di glutine rimane il trattamento primario per la malattia celiaca.
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