Il Fertility Day ha fatto parlare di sé per le sue campagne pubblicitarie più che per i suoi obiettivi e contenuti, passati in secondo piano a causa di immagini promozionali di dubbio gusto.
Quello che tutti ci auguriamo è che questa data, il 22 settembre, sia un'occasione di informazione e prevenzione anziché di propaganda.
Cerchiamo a nostra volta di fare chiarezza per quanto ci concerne.
Sono tre le domande che ci facciamo quando si desidera diventare mamma o papà, e si è celiaci:
Di seguito le risposte. Vogliamo prima di tutto tranquillizzarvi: come vedremo, dei rischi ci sono, ma non sono legati alla condizione in sé di essere celiaci, bensì alla mancata diagnosi e conseguentemente, alla mancata introduzione del corretto regime alimentare. Si tratta quindi di rischi a cui si può porre rimedio, a patto di farlo con il dovuto anticipo rispetto al concepimento.
Un'adolescente celiaca che non sa di esserlo può riscontrare, tra i sintomi, quello dell'arrivo tardivo del primo ciclo, che potrebbe presentarsi intorno alla maggiore età. Le mestruazioni potrebbero essere poi irregolari, e la donna che desiderasse una gravidanza, potrebbe riscontrare difficoltà. Questa non è una condizione irreversibile: intervenire tempestivamente con una diagnosi professionale e l'adozione del regime alimentare adeguato, può permettere il concepimento. Per quanto riguarda l'uomo, per la qualità dello sperma e la mobilità degli spermatozoi sono importanti sostanze nutrizionali come lo zinco, il ferro, il selenio, i folati. Se questi vengono malassorbiti, a causa della celiachia, aumenta il rischio di infertilità, anche in questo caso reversibile grazie ai necessari provvedimenti.
Il rischio di aborto è triplicato in caso di celiachia non diagnosticata, ed è alto soprattutto nelle prime settimane di gravidanza: la reazione immunitaria stimolata dal contatto del glutine con la mucosa intestinale potrebbe infatti inibire la capacità dell’embrione di attecchire ed impiantarsi nell'utero. Altri rischi sono malformazioni del tubo neurale, problemi nello sviluppo del nascituro, anemia. L'eliminazione totale del glutine dalla nostra dieta, a partire da almeno 6 mesi prima del concepimento per scongiurare il rischio che anticorpi anomali restino in circolo nel sangue, ci aiuta a proteggere il nostro futuro bambino.
Sì, la celiachia ha una forte componente genetica. Questo non significa che il nostro bambino la erediterà necessariamente, ma ne erediterà la predisposizione: a volte la celiachia si manifesta in età adulta, o può anche non manifestarsi affatto (si stima un'insorgenza tra il 10 ed il 15%). Secondo uno studio italiano sostenuto dalla Fondazione Celiachia dell'Associazione Italiana Celiachia (AIC), pubblicato sul New England Journal of Medicine, introdurre il glutine a 12 mesi aiuta a prevenire la celiachia nei bambini geneticamente predisposti a non tollerare il glutine.