Il mercato della celiachia è un grande affare, non sempre giustificato, che giova solo a coloro che sono malati. Infatti, in Italia ci sono 200.000 celiaci, quelli con la diagnosi confermata. Ma vi sono almeno 6 milioni le persone che ricorrono ai prodotti gluten free per i propri gusti. La storia della produzione di questi prodotti è molto tortuosa. Infatti, chi non è celiaco e usa questo genere di prodotti potrebbe andare incontro a una serie di problemi. Vediamo però la celiachia come ha cambiato l'economia nazionale e internazionale. L'assenza di glutine è diventata un tormentone per molti, infatti, si tratta di un problema di consumi che affligge gli italiani. Seguire tale dieta in maniera immotivata, potrebbe ovviamente avere altri tipi di patologie.
In Italia parliamo di 200000 persone circa che hanno la patologia celiaca, diagnosticata in modo ufficiale. Però nel Belpaese sono 6 milioni quelli che, secondo una ricerca di Nielsen, consumano alimenti senza glutine. Questo perché magari pensano di poter avere dei benefici terrificanti oppure perché credono che possa avere effetti dimagranti. Invece, questo non è vero. Quello che è vero però è che questo tipo di comportamento alimenta un mercato che vale 320 milioni di euro. Un dato molto importante in quanto biscotti, pasta, pane senza glutine sono entrati anche nel paniere secondo l'Istat.
L'esperta di gastroenterologia pediatrica della Columbia University Norelle Reilly ha spiegato che il falso mito relativo al gluten-free, potrebbe essere un vero e proprio rischio per la salute. Infatti, bisogna capire quali verità storiche ci sono dietro al mito e al complesso proteico del contenuto del frumento con cui si fanno tali prodotti. In pratica, bisogna lavorare in modo tale da far capire alle persone che quella del gluten-free non è una dieta positiva, a meno che non si soffre di celiachia.
Del resto, il consumo di glutine è molto antico così come la stessa celiachia. Soltanto riuscendo a fare in modo che i prodotti siano raffinati, alla fine si è arrivati a un specifico utilizzo di queste merci e di attività di panificazione che all'interno hanno sempre un maggiore tasso di glutine. Dai Greci che utilizzavano soprattutto i cereali senza glutine, fino ai romani, come si vede anche da alcuni bassorilievi che si trovano a Roma, si hanno notizie della comparso del frumento. Ciò ha comportato anche contestualmente la nascita poi della celiachia. Infatti, negli anni c'è stata una sorta di richiesta di pane sempre più fragrante e questo ha portato a selezionare dei segmenti che avevano un contenuti di glutine sempre più forti.
La scelta è dettata dal fatto di assumere farine meno ricche di glutine e anche rinunciare al consumo di derivati, per scegliere delle ciabatte e focacce dorate. Quello che è certo però è che anche la moda di alcuni vip e la tendenza attuale stanno portando a consumare meno glutine ogni giorno. Però questo non è detto che sia una cosa positiva anche perché i prodotti gluten free sono molto spesso ricchi di grassi in eccesso.