Interrogando il più conosciuto motore di ricerca al mondo con la query “vacanze senza glutine” in meno di mezzo secondo ci ritroviamo di fronte a 1.690.000 link di risposta.
Si va dagli hotel dedicati ai celiaci alle agenzie di viaggio specializzate in vacanze gluten free.
Non solo.
Perché è lo stesso motore a suggerirci le cosiddette ricerche correlate, vale a dire quelle ricerche fatte da altri utenti che come noi avevano cominciato la loro navigazione da “vacanze senza glutine”.
Ecco quindi “vacanze senza glutine mare Italia” con 2.300.000 risposte, “villaggi turistici senza glutine” con 102.000 risultati di ricerca, infine, “hotel senza glutine montagna” con 195.000 riscontri.
E la lista potrebbe continuare ancora per un bel po’, perché sfogliando le pagine virtuali che compaiono sul nostro monitor non mancano le offerte più singolari. Tanto per citarne un paio: le grandi compagnie di navigazione si sono attrezzate per soddisfare durante le crociere le esigenze degli ospiti celiaci (oppure con altre allergie alimentari); per non parlare del fatto che ci siamo imbattuti in una sala da gioco negli Stati Uniti d’America che offre una cucina da cui escono solo piatti senza glutine.
Insomma, proposte che strizzano l’occhio agli appassionati di gambling e di viaggi all inclusive. Persone che fino ad oggi si erano limitate ai giochi da scaricare sul proprio telefonino oppure alla visione di immagini e filmati fatti dai vicini di casa o dai colleghi di lavoro.
Tirando le somme, se è indubbio che c’è ancora molto da fare, dobbiamo ammettere che qualcosa s’è comunque smosso.
Il primo a descrivere quella che nei testi di medicina è ormai indicata come una “malattia sociale” fu Areteo di Cappadocia, un medico della Grecia antica che esercitò anche nella Roma del primo secolo d.C.. Ma solo durante gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso fu verificato il collegamento fra malattia e glutine, prima, e identificati gli effetti sui villi intestinali, dopo.
Per riconoscere, poi, il carattere ereditario della celiachia sarebbe dovuto trascorrere un altro decennio.
Grazie alle ricerche promosse in questi ultimi anni e ai miglioramenti scientifici ottenuti, sappiamo che la celiachia è una patologia molto comune. Come riporta nei primi capitoli l’AIC – Vedemecum del 2008, gli ultimi screening di massa hanno permesso di individuare come celiaca 1 persona ogni 100 in Italia.
Soprattutto è stato sfatato un mito che lentamente stava prendendo piede anche in ambiente medico: la celiachia non è una malattia dell’occidente, colpisce anche quei paesi in via di sviluppo come il Nord Africa, il Brasile, l’Iran, l’India e la Turchia. Tanto che il 16 maggio è comunemente indicato come “Giornata mondiale della Celiachia” e la settimana in cui cade questo appuntamento è dedicata a iniziative per una corretta informazione.