A sulmona una ricerca sulla celiachia apre nuove prospettive
Una ricerca, condotta all’ospedale di Sulmona, apre nuove prospettive nella diagnosi e prevenzione della Celiachia. Lo studio, effettuato da un’equipe del presidio peligno che ospita il Centro regionale di celiachia, ha suscitato l’interesse del mondo scientifico tanto da guadagnarsi una pubblicazione su un’importante rivista specializzata, il ‘Caleidoscopio’, che pubblica lavori di carattere monografico, a scopo didattico su temi di Medicina Lo rende noto l’ufficio stampa della Asl Avezzano Sulmona. La ricerca, ideata dai medici Francesco Bascietto, Camillo di Tommaso, Flavio Rispoli e Mariano Magrì, assieme a Panfilo Cantelmi, Armando Capanna e Paola Tataseo, è stata realizzata in collaborazione con il gruppo dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio apre nuove prospettive nella diagnosi e prevenzione della celiachia. Il lavoro è stato condotto su biopsie duodenali di pazienti celiaci, allo scopo di studiare la diversità dell’espressione genica in funzione della gravità della malattia stessa. Al momento sono stati individuati alcuni geni, coinvolti sia nella risposta immunologica sia nella regolazione delle giunzioni delle cellule intestinali. I dati ottenuti, attualmente oggetto di approfondimento, aprono la strada alla concerta possibilità di diagnosticare la malattia celiaca anche nei casi dubbi (soprattutto nello stadio A) ma soprattutto di fare maggiore chiarezza su alcuni aspetti in grado di predisporre a tale malattia. Sono 220 i pazienti che ogni anno vengono curati dal Centro regionale di celiachia dell’ospedale di Sulmona, uno dei primi ad essere stato istituto nella Regione. Su 220 pazienti, 40 sono residenti nella Valle Peligna. La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. Le forme cliniche possono essere molteplici. La forma tipica, i cui sintomi sono diarrea e arresto di crescita (prima dei due anni di vita), quella atipica che si presenta (anche in età adulta) con sintomi prevalentemente extraintestinali (ad esempio anemia), quella silente ha come peculiarità l’assenza di sintomi eclatanti e quella potenziale (o latente)