Celiachia e comunione: l'ostia senza glutine è ritenuta valida?

9 giugno 1995 (Prot. N. 89/78, 19 giugno 1995, Notitiae, 31 (1995), 608 – 610; Notiziario CEI, 7/1995, p 280s.): Lettera circolare circa l'uso del pane con poca quantità di glutine e del mosto come materia eucaristica, ai Presidi delle Conferenze episcopali.

[...]

"Le ostie speciali "quibus glutinum ablatus est" sono materia invalida.

Sono invece materia valida se in esse è presente la quantità sufficiente per ottenere la panificazione e non vi siano aggiunte materie estranee [...] tali da snaturare la sostanza del pane."

Firmato: Card. Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

La suddetta Congregazione viene fondata nel lontano 1542, estendendo il suo raggio di azione anche – appunto – sul tema delle ostie.

Da tutto ciò si ricava che l'ostia non può essere consacrata se non ha una minima quantità di frumento, perciò di glutine. Detto alla rovescia, un' ostia fatta con farine alternative non è consacrabile.

Ciò ha sempre creato un problema per i fedeli celiaci e, fino al 2003, impedimento al sacerdozio ai candidati affetti da celiachia [...] e altre malattie [...]. Nel 2003, infatti, venne concessa dalla Chiesa Cattolica l'ammissione al sacerdozio dei candidati celiaci, ma non la partecipazione al rito eucaristico dei sacerdoti consacrati celiaci.

2012 – In un post datato 7 settembre 2012 leggibile all'interno del blog MINITRUE, on line dal 2009, si ripropone il discorso in chiave  civilmente ironica. In sintesi: il Concilio di Trento del 1551 aveva stabilito che il celiaco non dovrebbe temere l'ostia in quanto dopo la consacrazione questa si transustanzia, a tutti gli effetti, in carne. Nel 2012 la celiachia cederà ancora al dogma?

Isabella Abile