Celiachia, intolleranza al glutine per 6mila comaschi
Chi soffre di questa malattia deve seguire regole alimentari ben precise. La specialista: «I casi sono in aumento, oggi disponiamo di tecniche più precise per la diagnosi»Fanno la spesa in farmacia oppure nella corsia dedicata dei supermercati, mangiano fuori solo in pochi locali selezionati, possono utilizzare unicamente piatti, posate e bicchieri 'incontaminati'. È la vita quotidiana dei quasi 6mila comaschi che soffrono di celiachia, ovvero di intolleranza al glutine, un problema in costante aumento che colpisce oggi circa una persona su 100-150. I pazienti affetti da celiachia non possono ingerire neppure quantità minime di glutine, pena la comparsa di disturbi quali, nell'immediato, la dissenteria, mentre nel lungo periodo problemi molto più gravi, a partire dal blocco della crescita. In alcuni casi la diagnosi risulta particolarmente difficile perché la malattia è sostanzialmente silente. «I casi di celiachia sono in aumento - conferma Licia Snider, responsabile della struttura semplice di gastroenterologia del Sant'Anna - soprattutto perché oggi disponiamo di tecniche sempre più precise per la diagnosi, effettuata tramite analisi più raffinate e biopsie intestinali che consentono di rilevare anche forme atipiche della patologia. Le statistiche più recenti parlano di circa un caso ogni 100-150 persone e la realtà del territorio lariano è in linea con questi dati». Nelle farmacie è in vendita un test per la diagnosi del disturbo, ma gli esperti suggeriscono, in caso di positività, di procedere con analisi più approfondite. Sul fronte della lotta alla malattia, la speranza è nella possibilità di avere un vaccino contro la celiachia. Nel frattempo, l'unica possibilità di terapia per i pazienti è una dieta assolutamente priva di glutine. Questo significa eliminare completamente alimenti quali pasta, pane, pizza ma anche salumi e gelati, che devono essere sostituiti con prodotti studiati appositamente per i celiaci e quindi privi di glutine. Oggi, in commercio esistono intere linee di alimenti che rispondono a questi requisiti, in vendita in farmacia ma anche al supermercato, dove di solito vengono collocati in corsie dedicate. Il problema è soprattutto economico, perché si tratta di prodotti particolarmente costosi. Basti dire che il prezzo di un chilo di pane senza glutine sfiora quota 10 euro. «Il sistema sanitario prevede un rimborso anche per gli alimenti per i celiaci - precisa Giuseppe De Filippis, presidente dell'ordine dei farmacisti di Como - con un tetto massimo mensile di 90 euro». Pranzare fuori o più semplicemente prendere un gelato non è dunque vietato ai celiaci, che devono però scegliere un locale idoneo. In provincia di Como esistono sette ristoranti e due gelaterie che rispondono a questi requisiti. Informazioni sul sito www.celiachia.it.