Il web oggi ci offre l'opportunità di fare approfondimenti se riscontriamo dei sintomi fisici che non ci fanno sentire tranquilli. Online troviamo altri utenti con cui confrontarci, pareri medici, articoli.
E' molto importante leggere e documentarci.
Al contempo, è pericoloso. Il rischio è quello di basarci su dati ed informazioni che non tengono conto del nostro caso specifico, che non fanno seguito ad analisi ed esami cui ci siamo sottoposti, che potrebbero spaventarci o rassicurarci senza le necessarie verifiche.
Cosa fare allora? La soluzione non è evitare di fare le nostre ricerche, al contrario: queste potrebbero darci input fondamentali.
Prendiamo il caso di afte, stomatiti, macchie sui denti. Quanti di noi sono portati ad ignorare questi sintomi, attribuendoli a stress e/o cattiva alimentazione? Fare una piccola indagine online ci permette invece di renderci conto che potrebbe trattarsi di segnali della celiachia, e spingerci gli opportuni controlli specialistici.
In che modo i sintomi orali citati – afte, stomatiti, macchie sui denti – possono ricollegarsi alla celiachia?
La celiachia comporta un cattivo assorbimento del cibo, andando a provocare reazioni immunitarie in varie sedi corporee a partire dall'intestino. Questa immunodepressione può favorire disturbi esterni rispetto all'organo coinvolto, come quelli che si sfogano sul cavo orale.
«È chiaro dunque che, come dimostrano numerosi studi clinici presenti in letteratura, la maggiore evidenza di correlazione con la celiachia si è registrata per la stomatite aftosa ricorrente - le afte - e per le ipoplasie dello smalto - le macchie dentali. Un attento esame obiettivo del cavo orale da parte dell'odontoiatra, dunque, potrebbe rilevare la presenza di lesioni dei tessuti duri e molli o altre particolari problematiche che si associano con maggior frequenza alla celiachia, far insorgere il sospetto e avviare, quindi, l'iter diagnostico», ha spiegato Jacopo Gaultieri, odontoiatra membro dell'EAO (European Association for Osseointegration).