Il farmaco contro la celiachia sta facendo sempre più parlare di se.
La celiachia, con l'introduzione di alimenti che contengoono glutine genera una risposta immunitaria da parte del corpo che di fatto attacca l'intestino generando uan forte infiammazione e un appiattimento generalizzato dei villi intestinali. La conseguenza principale, ma non unica, di questo è un generalizzato malassorbimento dei principi nutritivi che non consente quindi un pieno sviluppo e mantenimento dell'individuo soggetto.
Attualmente unica cura è una dieta che elimini la sostanza nociva, il glutine appunto, e che riporta la mucosa intestinale ad uno stato normale e che permette quindi di regolarizzare l'apporto nutritivo dei cibi.
A volte però non tutti i sintomi scompaiono a causa della compromissione dovuta appunto al malassorbimento. Le parologie croniche più comuni sono: osteoporosi, infertilità, epilessia, arresto della crescita, cirrosi biliare e linfoma intestinale.
Si fa sempre più parlare però della sperimentazione di un farmaco che permetterebbe di eliminare i sintomi senza doversi sottoporre in maniera continuativa alla dieta.
Andrea Pucci, presidente di Fondazione Celiachia, una associazione che promuove la ricerca sulla celiachia, precisa però alcuni punti fondamentali: "I media – stanno accendendo i riflettori su un nuovo farmaco ancora in sperimentazione, presentandolo come risolutivo, mentre ancora non ci sono le caratteristiche sufficienti per definirlo tale, anche se la ricerca, indirizzata verso varie direzioni, sta conseguendo ottimi risultati, il cui fine ultimo è rappresentato dalla realizzazione di un vaccino contro la celiachia."
Questo è confermato dalle relazioni che si hanno circa la pillola anti-zonulina,
realizzata da Alessio Fasano a Baltimora. Il farmaco, attualmente all'ultimo step di sperimentazione, permetterà ai celiaci di consumare pasti "normali", quindi contenenti glutine, per un periodo limitato di tempo. Quello che in pratica possono già fare le persone intolleranti al lattosio.
Questo farmaco sopperisce alla nota mancanza di un enzima che si occupa di elaborare e quindi di digerire il glutine.