Molte malattie hanno a che fare con l'alimentazione ma una,
relativamente poco nota fino a pochi anni fa, la celiachia o malattia
celiaca, può essere fronteggiata solo eliminando dalla dieta il glutine
contenuto nelle farine dei cereali e di alcune leguminose. Il glutine è
un complesso di proteine presenti nella farina di frumento; tuttavia
anche in altre graminacee (orzo, segale) si ritrovano delle proteine
analoghe (prolamine) ugualmente dannose per i celiaci. Il passaggio del
glutine e in particolare della sottofrazione gliadina, attraverso la
mucosa intestinale, provoca l'attivazione del sistema immune con una
risposta che porta all'appiattimento e alla progressiva atrofia dei
villi intestinali. Molte malattie hanno a che fare con l'alimentazione ma una,
relativamente poco nota fino a pochi anni fa, la celiachia o malattia
celiaca, può essere fronteggiata solo eliminando dalla dieta il glutine
contenuto nelle farine dei cereali e di alcune leguminose. Il glutine è
un complesso di proteine presenti nella farina di frumento; tuttavia
anche in altre graminacee (orzo, segale) si ritrovano delle proteine
analoghe (prolamine) ugualmente dannose per i celiaci. Il passaggio del
glutine e in particolare della sottofrazione gliadina, attraverso la
mucosa intestinale, provoca l'attivazione del sistema immune con una
risposta che porta all'appiattimento e alla progressiva atrofia dei
villi intestinali. Comunque, la totale esclusione del glutine
dalla dieta resta l'unica vera terapia che consente anche la
normalizzazione della mucosa e quindi la scomparsa della
sintomatologia. La malattia celiaca (MC) era ritenuta patologia rara,
quasi esclusiva dell'età pediatrica, su base multifattoriale (genetica,
ambientale), autoimmune e multiorgano, dove frammenti proteici del
glutine provocano, in soggetti predisposti, una risposta autoimmune con
danneggiamento dei villi intestinali e conseguenti disturbi digestivi,
malassorbimento con deficit nutrizionali, arresto o ritardi nello
sviluppo. In realtà la MC è la più comune malattia intestinale con
substrato genetico dei Paesi industrializzati con una prevalenza di
1:100 (Mearin et al. 2005) e un rapporto maschi:femmine di 1:2,5. Ma la
vera novità è che i moderni mezzi di accertamento hanno chiarito che
anche in molti adulti si riscontra una sintomatologia atipica
caratterizzata da sintomi lievi, simili a quelli della sindrome del
colon irritabile, dovuta invece ad una risposta autoimmunitaria al
glutine e in particolare alla frazione gliadinica. Diversamente dai
ragazzi, gli adulti possono essere anche in sovrappeso, con modesti
segni legati al malassorbimento e magari con patologie autoimmuni
associate (tra cui diabete tipo 1, tiroidite di Hashimoto...). L'esistenza
di una predisposizione genetica è confermata da un rischio di
ricorrenza della MC pari a circa il 10% per i fratelli di un soggetto
celiaco, con un tasso di concordanza del 75% nei gemelli monozigoti.
Mentre in passato si doveva ricorrere alla biopsia intestinale per
avere una diagnosi di certezza, oggi disponiamo di test di primo
livello (anticorpi antitransglutaminasi, anticorpi antiendomisio o EMA,
anticorpi antiglutine o AGA) che possono orientare lo specialista, in
modo da snellire l'iter diagnostico, riservando solo ai casi di
positività ai test ematici la successiva conferma endoscopica e
istologica. Una volta confermata la diagnosi, purtroppo, non
esistono a tutt'oggi altre soluzioni terapeutiche se non l'eliminazione
dei cibi che contengono anche piccole quantità di glutine. Basta una
forchettata di pasta, un biscotto, un po' di farina o di pangrattao
usato per cuocere o gratinare un alimento, per riattivare la risposta
immunitaria e danneggiare nuovamente la mucosa intestinale. Tuttavia,
la dieta senza glutine non va vissuta come una "tavola" per malati:si
tratta di un regime dietetico, privo o privato di glutine, ma composto
da alimenti perfino più ricchi e digeribili di quelli tradizionali.
Infine, si può sperare che una pillola, tuttora in fase di
sperimentazione negli Usa, riuscirà a bloccare temporaneamente la
permeabilità intestinale al glutine, consentendo se assunta prima del
pasto qualche occasionale evasione gastronomica oggi proibita ai
celiaci.