In Humanitas durante la Giornata dell'Ospedale Aperto, sabato 24 maggio dalle ore 15 alle 19, sarà possibile sottoporsi a diversi test per la prevenzione.
Un test rapido per la celiachia
“Basta una goccia di sangue prelevata con un pungidito - spiega il dott. Alessandro Montanelli, responsabile del Laboratorio di Analisi di Humanitas - per avere, in 5 minuti, una risposta affidabile per un primo screening di base a favore di chi sospetta di soffrire di celiachia. Il test si basa sulla determinazione qualitativa delle IgA anti-transglutaminasi tissutale: l'enzima transglutaminasi tissutale (tTG) è stato identificato come l'antigene tipico della malattia celiaca. La presenza di anticorpi è dunque una forte indicazione diagnostica di questa malattia. Anche se di semplicissima esecuzione, il test diagnostico di screening deve trovare una motivazione clinica: non vi si devono sottoporre tutti indiscriminatamente, ma solo coloro per i quali esso può costituire un’effettiva necessità o utilità. Ad esempio il paziente che manifesta un disturbo o un segnale clinico tale da far sospettare un’intolleranza al glutine: diarrea, distensione addominale, perdita di peso, anemia cronica da carenza di ferro e malattie cutanee (Dermatitis herpetiformis)”.
La celiachia è una malattia immunomediata di natura genetica che si manifesta principalmente a livello gastrointestinale. Si calcola che in Italia circa una persona su 150 ne sia affetta. È causata da una reazione immunitaria al glutine, che è un complesso proteico presente nei derivati di grano, segale e orzo.
“L’ingestione di tutti gli alimenti che contengono glutine, come pane, pasta… - spiega il dott. Silvio Danese, medico ricercatore dell’Unità Operativa di Gastroenterologia di Humanitas - porta alla produzione di una serie di auto-anticorpi, come gli anti-tranglutaminasi e gli anti-endomisio, che ‘aggrediscono’ la mucosa del piccolo intestino (cioè il tenue), determinando una reazione infiammatoria a livello dei villi, le strutture implicate nell’assorbimento dei cibi digeriti. L’atrofia villare porta clinicamente a una sindrome che si chiama malassorbimento”.