Una sostenitrice del cerotto anticoncezionale è Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Sessuologia e Ginecologia medica del San Raffaele Resnati di Milano. "A differenza delle pillole, non necessita di eccipienti come glutine e lattosio, evitando rischi per i soggetti che sono allergici a questi componenti", spiega. "Determina tassi plasmatici costanti del principio anticoncezionale e scongiura il rischio delle dimenticanze, causa principale del fallimento dei contraccettivi orali. Anche per chi viaggia sono l'ideale perché con il jet lag spesso si commettono errori sugli orari in cui cui prendere la pillola. Inoltre l'azione anticoncezionale non viene messa a rischio da diarrea o vomito, come è per la pillola, per questo poco indicata nelle donne bulimiche o che assumono lassativi di frequente".
Patrizia Santi, vicedirettrice del Dipartimento farmaceutico dell'Università di Parma, sostiene che i cerotti sono destinati a diventare di dimensioni minori, più efficienti e in grado sempre più di veicolare farmaci di genere diverso. "Quanto più si riesce a utilizzare la pelle come porta di ingresso dei principi attivi", dice Santi, "tanto più si eviteranno, ad esempio, i rischi di contaminazione connessi con le iniezioni intramuscolari ed endovenose".
Molte speranze riguardano la possibilità di somministrare vaccini, farmaci antitumorali e medicinali biotecnologici in futuro. Al momento, il problema da risolvere è sulle dimensioni delle loro molecole, superiori a quelle che possono essere assorbite dalla pelle. "Ma gli studi progrediscono rapidamente nella direzione del cerotto superefficiente", conclude Santi, "che possa somministrare qualunque farmaco. Alcuni studiosi dell'Università della California stanno mettendo a punto sostanze che agevolano il transito del farmaco attraverso la pelle".