Prendete e mangiatene tutti... ma davvero tutti? Sull'ostia gluten free
Pasqua si avvicina, c’è chi lotta contro i deperimenti digiunistici ingollando Salvator e chi prepara i vessilli anti-agnellistici. Ma in questi giorni sarà anche tempo di rievocazioni di cene eucaristiche, con un occhio a quando, di qui a qualche settimana, i bimbi riceveranno la prima comunione. Pasqua si avvicina, c’è chi lotta contro i deperimenti digiunistici ingollando Salvator e chi prepara i vessilli anti-agnellistici. Ma in questi giorni sarà anche tempo di rievocazioni di cene eucaristiche, con un occhio a quando, di qui a qualche settimana, i bimbi riceveranno la prima comunione.
Anche in Spagna. Dove, negli ultimi giorni, è scoppiata una polemica. A Huesca, infatti, i genitori di un pargolo celiaco hanno presentato una petizione per far sì che loro figlio, anziché ricevere l’ostia tradizionale (quella cioé di pane azzimo di grano), possa ricevere un’ostia di mais gluten free. S’è scatenato un polverone.
Secondo la Chiesa, infatti, l’uso di pane senza glutine non è “valido per l’Eucarestia“. Lo sottolinea anche la circolare “Questo Dicastero” firmata nel 1995 dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Al massimo è contemplata la Comunione attraverso il solo ingerimento di un sorso di vino.
E se i genitori del niño spagnolo non volessero che loro figlio ingerisca vino? Inoltre, dacché il “vino eucaristico per celiaci” deve essere semplice “succo d’uva fresco", il sacerdote dovrà predisporre due calici: uno di vino “buono", l’altro di mustum.
Insomma, più che una Comunione sembra essere un regime d’apartheid. La CEE (Conferenza Episcopale Spagnola, tra l’altro da poco in mano all’"ala dura”), così come l’omologa CEI, è ancora una volta nell’occhio del ciclone. C’è già chi propone di modificare la formula eucaristica in un “prendete e mangiatene tutti… o quasi". (Nonostante tutto, a quanto pare, almeno in certe cose siamo più avanti noi degli spagnoli!)