La celiachia (detta anche morbo celiaco o sprue celiaca) è un'intolleranza permanente alla gliadina, contenuta nel glutine, un insieme di proteine a loro volta contenute nel frumento, nell'orzo, nella segale, nel farro e in altri cereali minori. La celiachia rende tossici - nei soggetti affetti o predisposti - tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a contaminazione. La malattia celiaca non ha una trasmissione genetica mendeliana, ma è presente un certo grado di predisposizione nei parenti degli affetti. L'intolleranza al glutine genera gravi danni alla mucosa intestinale quali l'atrofia dei villi intestinali.
L'incidenza rilevata dell'intolleranza al glutine risulta omogenea e non localizzata in particolare zone geografiche. Naturalmente nei paesi la cui cucina si basa sui derivati del grano, come l'Italia, il numero delle diagnosi di celiachia e la gravità dei sintomi aumentano. Una persona su 120 ne risulta affetta e questo fa della celiachia la malattia genetica più diffusa. La percentuale di celiaci diagnosticati come tali si attesta attorno al 10-15% del totale.
L'intolleranza al glutine viene contrastata dall'organismo con la produzione di anticorpi che, a loro volta, danneggiano la mucosa intestinale causando una riduzione della capacità di assorbimento dell'intestino. I danni causati dalla celiachia vengono riassorbiti e curati dall'organismo nel giro di sei mesi dall'adozione di una dieta priva di glutine. Questo non significa che l'intolleranza sia sparita, ma solo che seguendo un regime di dieta controllata i sintomi dovuti all'intolleranza ali glutine scompariranno. E' fondamentale, all'insorgere del morbo celiaco, una diagnosi tempestiva. In soggetti affetti da celiachia la mancata osservanza di una dieta idonea può portare all'insorgere di patologie che possono con il tempo diventare permanenti, rendendosi indipendenti dai problemi legati all'intolleranza. Tra le altre:
osteoporosi, derivante da uno scarso assorbimento del calcio
bassa statura, soprattutto quando la celiachia si sviluppa nell’età infantile e quindi non permette un adeguato assorbimento dei nutrienti necessari alla crescita
dermatite erpetiforme
tiroidite autoimmune
artrite reumatoide
Tutti i sintomi della malattia celiaca sono riconducibili al non corretto assorbimento delle sostanze nutritive. Tra i sintomi dell'intolleranza al glutine si possono elencare dolori addominali, diarrea cronica, perdita di peso, anemia, dolori alle ossa, cambiamenti comportamentali, crampi muscolari, stanchezza, crescita ritardata, dolori articolari, danneggiamento dello smalto e del colore dei denti, irregolarità dei cicli mestruali.
Una diagnosi sintomatologica della celiachia è difficile, perché i sintomi risultano molto simili a quelli di altre malattie che interessano l’intestino, ma anche forme di stanchezza cronica e di depressione. Inoltre, in una percentuale non piccola dei casi, la celiachia rimane asintomatica ma comporta comunque un danneggiamento dei tessuti intestinali. Una diagnosi più precisa della malattia quindi passa principalmente per due analisi mirate. L’esame diagnostico per eccellenza si fa sul sangue, e rivela la presenza di alcuni anticorpi come l’antigliadina (AGA*), antireticolina (ARA), antiendomisio (EmA) e, in assoluto il più preciso, anti-transglutaminasi (IgA e IgG). Nel caso di esito positivo, la diagnosi va accertata con un prelievo attraverso una biopsia intestinale di un minuscolo frammento della mucosa intestinale, dalla cui osservazione al microscopio può evidenziare l'atrofia dei villi. La celiachia può quindi avere diagnosi certa solo tramite quindi la biopsia intestinale per valutare lo stato dei villi e antitransglutaminasi. Infine, la presenza di celiachia è confermata dal fatto che tutti i sintomi regrediscono se si segue una dieta priva di glutine. Un punto su cui vale la pena soffermarsi è che non occorre mettersi a dieta prima della diagnosi certa della malattia; infatti con la dieta priva di glutine scompaiono i sintomi della celiachia e anche i villi intestinali riprendolo la loro regolare attività rendendo di fatto impossibile diagnosticare la malattia.
L’unico trattamento possibile per la celiachia è una dieta appropriata, priva di glutine (gluten-free), che permette di ridurre ed eventualmente eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali. La capacità di ripresa e di recupero dei tessuti danneggiati, però, dipende anche da molti altri fattori, come ad esempio l’età in cui la malattia viene diagnosticata o il grado di danneggiamento. Seguire una dieta priva di glutine implica un forte impegno di educazione alimentare poiché si eliminano tutti gli alimenti contenenti frumento, orzo e loro derivati, come ad esempio il malto, quindi quasi tutti gli alimenti confezionati, dalle merendine alle torte, la pasta e il pane, la pizza. La difficoltà maggiore per la persona affetta da celiachia comunque è il fatto che la dieta deve essere organizzata in base alle informazioni dettagliate disponibili sugli ingredienti di ciascun piatto proposto a un ristorante o a una mensa o di ciascun prodotto in vendita a un supermercato. Particolarmente importante è il fatto che il glutine può essere "nascosto" nei cibi, e perfino in alcuni farmaci, come additivo, conservante o aroma. E’ quindi necessario richiedere informazioni dettagliate su ogni singolo prodotto che si desidera acquistare e utilizzare. È fondamentale comprendere come un minimo contatto degli alimenti contenenti glutine con quelli per celiaci può contaminare questi ultimi, ad esempio l'utilizzo delle stesse posate per rimestare la pasta in cottura in pentole diverse è assolutamente da evitare. L'ingestione di una minima quantità di glutine può rendere inefficace la dieta, pertanto è fondamentale accertarsi che il celiaco non ingerisca alimenti che possano contenere glutine in nessuna forma (spesso viene utilizzato come addensante e strutturante in molti alimenti). Per lo stesso motivo il glutine viene aggiunto ai preparati farmaceutici in tavoletta, che i celiachi devono necessariamente evitare.
* L'AGA sembra indicato per una rilevazione della celiachia esclusivamente fino all'età di tre anni, dopo i quali non risulta più attendibile.