Uno dei problemi maggiori che incontrano i celiaci nel cercare di rispettare quotidianamente la loro intolleranza al glutine è quella di capire quali prodotti confezionati possono contenerlo e quali invece sono sicuri. È un tema molto dibattuto, ma viene in aiuto del consumatore la normativa sull'etichettatura dei prodotti.
Se non hai tempo di leggere tutti lo spiegone, riassumo in due righe quello che dice la normativa europea in vigore in materia di etichette. Per legge ogni ingrediente collegato ad un allergene deve essere indicato in modo evidente e in risalto rispetto agli altri ingredienti. Se non sono indicati ingredienti collegabili al glutine in questa modalità, il prodotto è sicuro per i celiaci. Riguardo la dicitura "può contenere tracce di..." è realizzata per le persone allergiche, che quindi possono risentire anche della minima presenza di un allergene. I celiaci non ricadono in questa categoria e possono consumare tranquillamente il prodotto.
Per chi invece vuole approfondire la questione e, probabilmente, migliorare la propria relazione con i prodotti confezionati e poter tornare a mangiare prodotti che sono al gusto ormai solo un lontano ricordo, ecco la versione estesa.
L'etichettatura dei prodotti è regolamentata da una normativa europea, la 1169/2011. Per una versione meno tecnica, c'è questa pagina che ne riassume gli aspetti salienti. Questa normativa interessa ogni genere di prodotto confezionato, dalla bottiglia di alcolico al barattolo di fagioli, dalle gallette di riso alle patatine fritte. Le informazioni che si trovano sul prodotto sono quindi da ritenere, per legge, precise e complete.
Secondo la normativa ogni ingrediente collegato ad un allergene deve essere indicato in modo evidente e in risalto rispetto agli altri ingredienti: spesso si usa scriverlo in grassetto o tutto in maiuscolo. Essendo il glutine un allergene, ricade in questa regola. Se quindi non compare la scritta GRANO, FRUMENTO o simili, il prodotto è da ritenersi adatto alla dieta del celiaco. Ricadono in questo caso le Fonzies, i cui ingredienti, visibili al link su Amazon, riportano in MAIUSCOLO i vari allergeni presenti (latte, formaggio, arachidi).
Riguardo le diciture del tipo "può contenere tracce di...", stanno ad indicare che nella catena produttiva è possibile che ci possano essere contaminazioni tali da far rilevare gli alimenti elencati di seguito alla scritta. È bene chiarire che questi alimenti non fanno parte degli ingredienti del prodotto, altrimenti si dovrebbero trovare nel primo elenco. Tali tracce sono indicate per le persone allergiche che possono risentire anche della minima presenza di un allergene. I celiaci non sono allergici al glutine, ma intolleranti e possono consumare tranquillamente il prodotto perché la quantità eventuale di alimento presente è sicuramente al di sotto della soglia di tolleranza del celiaco (20 parti per milione - 20mg per kg, soglia dei prodotti gluten-free). Un esempio di questo tipo sono le Cipster, che hanno la dicitura "PUÒ CONTENERE GRANO E LATTE".
Un esempio di prodotto NON AMMESSO sono le Pringles: leggendo l'elenco degli ingredienti sulla pagina di Amazon compare infatti in maiuscolo FRUMENTO. Questo lo fa ricadere nei prodotti non adatti ad una dieta gluten-free.
Punto di riferimento per molti celiaci, specialmente neo-diagnosticati, è l'ABC del celiaco, realizzato e curato dall'AIC. La posizione dell'associazione rispetto agli alimenti confezionati è quello di indicare come a rischio alcune tipologie di prodotti che da normativa risulterebbero invece sicuri per una dieta priva di glutine. Come la stessa associazione ribadisce sui suoi social, le loro linee guida non sono una trasposizione della normativa europea in materia di etichettature, ma una serie di indicazioni che hanno l'intento di tutelare il celiaco negli acquisti. L'associazione ribadisce molto spesso di fare affidamento sulla scritta "senza glutine" che sicuramente è un'aggiunta alla tutela del celiaco, ma è ben ricordare che ci sono tipologie di alimenti che NON POSSONO per legge inserire la scritta "senza glutine" sulle confezioni. Ad esempio (art. 7 Reg. UE n. 1169/2001) per legge è espressamente vietato inserire la scritta "senza glutine" in quegli alimenti che ne sono per natura privi, perché suggerirebbero di avere proprietà speciali che in realtà hanno tutti i prodotti dello stesso tipo. Per fare un esempio pratico non è possibile inserire il claim "senza glutine" su una scatoletta di tonno.
L'invito è quello di essere consapevoli della legislazione e degli obblighi delle case produttrici di prodotti confezionati, di avere tutte le informazioni necessarie a giudicare autonomamente l'idoneità o meno di un prodotto alla dieta senza glutine e decidere poi su queste basi.
Cereali contenenti glutine, cioè: grano, segale, orzo, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati e prodotti derivati, tranne:
a) sciroppi di glucosio a base di grano, incluso destrosio;
b) maltodestrine a base di grano;
c) sciroppi di glucosio a base di orzo;
d) cereali utilizzati per la fabbricazione di distillati alcolici, incluso l’alcol etilico di origine agricola.